La storia della chiesa, a Canonica, ha origini antiche
Nel testamento di Ansperto da Biassono, in data 11 novembre 879 si parla di un’antica chiesetta, in corrispondenza alla selva di Sovico, ma vicino al fiume Lambro, dedicata a S. Vito: probabilmente la prima chiesa di Canonica e dintorni. Lo storico Goffredo da Bussero (sec. XIII) nel suo “Liber Notitiae Sanctorum Mediolani”, così annota:
· “Ad Lambrum, canonica S. Viti”. Nomina anche un altare dedicato a S. Maria.
Nel Cinquecento
La parrocchia di Canonica era già giuridicamente eretta nel 1566, col titolo dei SS. Vito e Modesto.
Il registro più antico, conservato nell’archivio parrocchiale, risale al 1592.
Al tempo di S. Carlo la chiesa era povera e la parrocchia era sempre vacante.
S. Carlo, nella Visita del 1578, rifondò la Parrocchia, preoccupandosi di assicurarle una rendita fissa per il mantenimento del parroco e per la manutenzione della chiesa.
Nei documenti della Visita si accenna anche alla chiesa di S. Maria della Neve, che diverrà poi la parrocchiale: “La chiesa consta di una navata con il tetto a volta dipinto, similmente la cappella principale è a volta e dipinta. L’altare ha la pietra sacra. Sulla facciata c’è una sola porta, sul lato sinistro una piccola finestra; una finestra rotonda è posta sopra l’altare”.
Nel Seicento
Il card. Federico Borromeo, nella Visita pastorale del 1618, trovò la parrocchiale dei SS. Vito e Modesto tutta in disordine e molto rovinata, ed esortò il Conte Cesare Taverna, proprietario della stessa chiesa e di tutto il territorio circostante, a costruire una nuova chiesa in posizione più elevata.
La chiesa antica era in basso, incorporata o comunque annessa alla Villa Taverna: questo fatto non era più ammissibile per una chiesa parrocchiale che, secondo le leggi canoniche, non può essere di proprietà privata.
Si può dire che l’antica chiesa dei SS. Vito e Modesto esiste ancora, tutta o in parte, conglobata nell’ala della Villa più vicina alla chiesa, dove si trovano i rustici. Infatti quei due portoni di legno, l’uno vicino all’altro, sono abbastanza insoliti. Ciò confermerebbe anche l’esistenza di una “canonica” con più sacerdoti.
Nella Visita fatta dal Rev.mo Francesco Antonio Tranchedino nel 1683, non si menziona la chiesa di S. Maria ad Nives, si parla solo della parrocchiale dei SS. Vito e Modesto. Probabilmente l’antica chiesa fu abbandonata e i Titolari, i SS. Vito e Modesto, sono passati alla chiesa di S. Maria ad Nives, divenuta la nuova parrocchiale.
Nel Settecento
Prima del 1724 vi era una scala che saliva direttamente in linea con la porta principale della chiesa; e poi, in tale anno, vennero realizzate le due scale laterali.
Il Rev.mo Giovanni Calchi, nella Visita del 1732, scrisse: ”Chiesa parrocchiale dedicata un tempo ai SS. Vito e Modesto ed ora alla B.V.M. ad Nives”. Nella prima metà del Settecento dunque, Patrona della parrocchia di Canonica Lambro era S. Maria ad Nives, come ai nostri giorni.
Nei documenti della Visita pastorale del card. Pozzobonelli (1759) troviamo questa descrizione della parrocchiale di S. Maria ad Nives: “La chiesa ha una sola navata, è costruita su un poggio, accanto c’è il cimitero, e da questo si sale alla chiesa per tre gradini in pietra. La casa parrocchiale è unita al tempio dalla parte settentrionale”.
Lo stesso card. Pozzobonelli, con decreto del 27 gennaio 1777, dava disposizione di ritenere per Patronale la Madonna della Neve, da celebrarsi nella prima domenica di agosto: poneva fine così ad una diatriba tra chi voleva mantenere Titolari i SS. Vito e Modesto, e chi invece propendeva per S. Maria della Neve.
Nell’Ottocento
Sono opera del pittore Zalli Giovanni Battista, datata 1840, tutti gli affreschi della chiesa e della sagrestia, come anche il quadro ad olio del S. Cuore e di S. Luigi.
Successivamente la chiesa fu dotata anche di un organo, opera del Sig. Livio Tornaghi e dono della contessa Francesca Taverna.
Nel Novecento
Negli anni 1903-1904, ci fu un ampliamento della parrocchiale con l’aggiunta delle navate laterali. Il card. Andrea Carlo Ferrari, nella Visita pastorale del 22-23 ottobre 1906, procedette alla sua consacrazione e, a ricordo dell’avvenimento, fu posta una lapide commemorativa sul lato sinistro appena all’interno della chiesa.
Nel 1930 la chiesa fu decorata dal pittore Neri di Roma, chiamato dai Conti Taverna. Nel dicembre 1950, per volontà del parroco Don Vincenzo Nogara, venne creato un nuovo braccio a lato dell’altare maggiore. Nel 1960, fu la volta del restauro della parrocchiale con la demolizione del pulpito, rivestimento in marmo dello zoccolo e delle lesene, pavimento in marmo dell’altare maggiore, degli altari laterali e delle navate, posa del nuovo battistero. Più tardi è stata la volta dell’adeguamento dell’altare alle nuove norme liturgiche scaturite dal Concilio. Il tetto, a sua volta, subì un intervento massiccio di rifacimento nel 1981.
Il Campanile
L’antica chiesa dei SS. Vito e Modesto non aveva campanile. L’aveva invece la vicina chiesa della Madonna della Neve: una torre campanaria costruita in forma triangolare che serviva anche per la parrocchiale.
Nel Seicento il campanile portava due campane; se ne aggiunse una terza nel Settecento. Nel 1835 fu posto sulla torre campanaria il nuovo orologio, e nel 1914 si decise di realizzare un nuovo concerto di cinque campane presso la fonderia Fr. Ottolina di Seregno: da qui, il 19 aprile furono portate trionfalmente fino a Canonica.
Nella fusione di ognuna delle campane è inserita una invocazione, che riveste un vero e proprio valore di preghiera: coi loro rintocchi “pregano”, recando al Signore Dio dell’universo le nostre preghiere sostenute dall’intercessione dei Santi.
Prima, o campana maggiore, dedicata al S. Cuore: “Cristo Re viene in pace e Dio si è fatto uomo”.
Seconda, dedicata alla Madonna: “La candida purezza della Vergine ci difenda dalle folgori e dalle tempeste”.
Terza, dedicata ai SS. Martiri Vito e Modesto: “Preghino Dio per noi”.
Quarta, dedicata a S. Luigi: “Intercedi per noi presso Dio”.
Quinta, la più piccola, dedicata a S. Agnese: “Agnese, serva di Dio, ci difenda da ogni male spirituale e corporale”.
R. Z.
Rif. Bibl. : “Storia della Parrocchia di Canonica al Lambro” di Eustorgio Mattavelli
“Triuggio tra ipotesi e storia” di Cinzia Cicardi